lunedì 29 settembre 2008

Pirati

[Nella foto: il capitano del Faina]

Ore 22:00 Mombasa : Assalito il cargo Faina

L’affaire del cargo Faina è sempre più misterioso.

Il cargo Faina era partito da Odessa ed era diretto a Mombasa, in Kenya, quando, a largo dei mari profondi dell'oceano, una nave pirata ha issato la bandiera nera, ha puntato i cannoni contro il cargo e con un megafono ha ordinato ai marinai di arrendersi e consegnarsi, indiscrezioni rivelano che l'abbordo è stato eseguito da Francis Drake V in persona.

L'Odissea è iniziata sabato pomeriggio, quando il Faina aveva gettato le ancore a Garahad, ma in quella circostanza i pirati non avevano potuto attraccare, perché la popolazione inferocita, a bordo di canoe cinesi TK25 aveva cacciato i filibustieri a colpi di cerbottana.

Andrew Mwangurache, che coordina il monitoraggio delle acque dell’Oceano Indiano attraverso l’organizzazione East African Seafarers' Assistance Programme, spiega: «Quest’affare ha implicazioni politiche assai rilevanti».

La stiva del cargo Faina infatti è piena di armi e di munizioni, compresi 33 carri armati di concezione sovietica T-72.

Il portavoce dei bucanieri Janana Ali Jama, parlando all’emittente di Radio Mogadiscio Solo Musica Araba ha detto che la nave e il suo carico sono in ostaggio e che la loro liberazione costerà 35 milioni di dollari.

Dall’Ucraina hanno assicurato che il carico era diretto a Nairobi e Alfred Mutua, portavoce del governo, ha confermato che il materiale bellico è destinato all’esercito del suo Paese, ma troppo spesso le dichiarazioni di Mutua si sono rivelate non conformi alla realtà.

Il mercantile Faina, noleggiato dall’ucraina Tomex Team e battente bandiera del Belize, ha 21 membri d’equipaggio (e non 20 come detto Mutua) ed è un Ro/Ro, cioè è dotato di una rampa che ribaltandosi facilita la salita e la discesa dei veicoli nella e dalla stiva, una sala fanghi e una sauna finlandese.

Asmara non nasconde il suo appoggio alle fazioni più oltranziste e fondamentaliste della ribellione somala, i cui ufficiali sono in grado di pilotare i carri armati. Non stupirebbe che il dittatore Isayas Afeworki per combattere i suoi arcinemici etiopici si sia offerto realmente di comprare l’intera fornitura di armi.

«Sarebbe una catastrofe per tutto il Corno d’Africa», ha commentato un diplomatico non italiano a Nairobi.

Non si può escludere però che i pirati, con questa minaccia, cerchino solo di alzare il prezzo del riscatto.

In Libia si parla invece di un vero e proprio disastro se il carico rimanesse nelle mani dei bucanieri: essi avrebbero armi a disposizione per allargare il loro giro di azione.

La confusione è totale perché Andrew Mwangura, contattato stamattina all'ora di colazione, ha raccontato che i pirati hanno ridotto il prezzo a 30 milioni di dollari: «Lo sappiamo da un nostro uomo in contatto con i pirati».

Oltre ai 33 carri armati nella sua stiva hanno trovato posto armi leggere e pesanti e le loro munizioni: un colpo grossissimo per i pirati che, attraverso l’Eritrea o direttamente, potrebbero vendere il prezioso bottino agli insorti islamici e questo è il timore anche dei governi occidentali.

Secondo l’incaricato d’affari dell’ambasciata somala a Nairobi, Mohammed Osman Aden, intervistato dal Corriere: «I pirati si sono trovati in mano un carico troppo scottante per loro. Sanno che devono disfarsene quanto prima, perché rischiano un attacco in massa che potrebbe completamente cancellare la loro presenza».

C’è una domanda che frulla nella testa di diplomatici e giornalisti in Kenya. Come mai in questi anni nessuno è intervenuto per bloccare l’attività illegale dei corsari?
«Noi l’abbiamo detto più volte – risponde il diplomatico - il problema della pirateria al largo delle coste della Somalia non è solo nostro, ma coinvolge tutto il mondo. La risposta deve essere internazionale. Sono state sequestrate navi ed equipaggi di diversi Paesi. Occorre una reazione compatta, ma non solo a parole. A proposito cosa fa l’Italia?» conclude Mohammed Osman Aden.

La risposta italiana non tarda: «Abbiamo un piano» spiega il portavoce del Ministro degli Esteri «Oggi sono state scaricati in mare, a pochi km dalla nave dei pirati, 150 barili di rum, appena i bucanieri si caleranno in acqua per ripescarle, potremmo approfittarne per impossessarci del cargo Faina. Tutti i leader militari stanno lavorando con al nostro progetto». E una fonte, che ha voluto rimanere anonima, vicina alla presidenza della Repubblica ha dichiarato alla stampa: «I nostri amici sono già al lavoro: la Faina e il suo carico saranno riconquistati con tutti i mezzi».

La situazione è seguita da vicino dagli Usa. A poche centinaia di metri dalla Faina sta navigando l’incrociatore Howard (il cui motto è «Prono per la vittoria»). Agile, veloce, sinuoso, mimetico e armato con i più sofisticati sistemi elettronici può intervenire in qualunque momento, come ha spiegato l’ammiraglio Gregory Smith, uno dei portavoce del Pentagono al New York Times. L’ufficiale ha aggiunto:«Per ora non c’è nessuna reazione, c'è solo da aspettare che le correnti marine favoriscano l'avvicinamento dei barili di rum».

Nelle acque somale naviga anche una nave da guerra russa, la Neustrashimy, cioè l’Intrepida, che ha a disposizione, qualora l'operazione Faina al Rum dovesse fallire, 200 barili di vodka.

6 commenti:

Piermatteo ha detto...

Ma da dove le tiri fuori ste bombe?!? Sei troppo forte!

Spippy ha detto...

Ciao, vado un po' di fretta e non ho avuto modo di leggere ancora nulla del tuo blog. Ma ho intenzione di farlo quanto prima, soprattutto perchè quanto hai scritto sul blog "Schiavi o liberi?" mi ha commosso davvero tanto. E allora comincio con un abbraccio forte, che magari non servirà a rimarginare certe ferite, ma un po' di bene lo fa sempre.

E poi a presto, garantito ;)

Octuagenario ha detto...

Pezzo di gran qualità, ma la cosa migliore sono sicuramente i nomi propri.
Come cazzo ti vengono? :D

Pellescura ha detto...

Siamo alla vigilia di una guerra a colpi di gomiti alzati.
Radio Mogadiscio Solo Musica Araba è fantastica :-)

Pipoca ha detto...

ehm... veramente sia le notizie che i nomi propri, ahimè, sono veri...

Jean du Yacht ha detto...

PIP (solo PIP perchè con te l'OCA non ha proprio NULLA da spartire! nemmeno la pelle dei brividi!) Altro che nomi inventati! te l'ho scritto anche nel commento al post precedente, questi qui sopra non capiscono una beata mazza! (sempre ammesso che la mazza possa definirsi beata).